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Islam taught in German and Austrian schools
EFD Researcher Giovanni Giacalone discusses the possibility of introducing Islam into the education systems of European schools. Both Germany and Austria have already adopted this initiative to stem the tide of Islamic radicalisation.
Corsi di Islam nelle scuole pubbliche? In Germania e Austria sono già realtà e vengono considerati un valido strumento per arginare il radicalismo di matrice islamica.
Corsi di islam nelle scuole tedesche. In Germania, precisamente nel land dell’Assia, sono state introdotte lezioni di Islam per gli alunni della primaria, affidati a docenti abilitati ed appositamente formati dal sistema educativo pubblico per le quali è previsto l’uso di libri di testo appositamente redatti. In questo modo l’Assia ha di fatto equiparato l’insegnamento dell’Islam ai già previsti corsi di Protestantesimo e Cattolicesimo.
Per la promozione dell’armonia sociale. Le autorità tedesche, inoltre, hanno messo a punto un preciso programma universitario per la formazione degli insegnanti. I corsi sono stati voluti allo scopo di promuovere l’armonia sociale, una migliore integrazione della minoranza musulmana e contrastare la crescente influenza del pensiero islamico radicale nel paese. Il provvedimento potrebbe essere dovuto anche al fatto che soltanto negli ultimi sei mesi due giovani tedeschi provenienti dall’Assia sono rimasti uccisi in Siria mentre combattevano nelle file delle milizie jihadiste; i due erano stati reclutati da alcuni predicatori salafiti della zona di Francoforte.
L’Austria ha fatto scuola. La Germania non è l’unico paese ad aver imboccato questa strada: in Austria un simile progetto è in vigore da diversi anni. I docenti, pagati dal Ministero della Pubblica Istruzione, vengono preparati dal Muslim Teachers Training College (MTTC) che conferisce una laurea in “Istruzione”; l’istituto dipende dal Consiglio Islamico d’Austria, organismo ufficialmente riconosciuto dal governo austriaco.
E in Italia? E in Italia un tale progetto sarebbe fattibile? Difficile dirlo, gli ostacoli sono diversi. Nel nostro Paese non esistono istituti per lo studio della teologia che non siano legati alla Chiesa e inoltre esiste un vincolante accordo tra Stato italiano e Chiesa Cattolica per quanto riguarda l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. Anni fa l’ex rettore dell’Università Cattolica di Milano, Giuseppe Lazzati, aveva ideato una possibile facoltà di Teologia all’interno dell’Università, un tentativo di coniugare fede e cultura purtroppo mai realizzato per cause di forza maggiore.
Insegnare storia delle religioni. In assenza di istituti di studi islamici in grado di formare i potenziali insegnanti e in assenza di personale qualificato all’interno dei centri islamici, chi potrebbe occuparsi della formazione? Per il professor Paolo Branca, islamologo dell’Università Cattolica di Milano, “la soluzione potrebbe essere quella di trasformare l’ora di religione in una lezione sulle religioni, tutte”. Un provvedimento che potrebbe risultare utile anche perché la popolazione scolastica non è più omogenea da tempo e oltre ai musulmani sono presenti anche molti ortodossi e buddisti.
Rischio balcanizzazione. In effetti dividere gli alunni a seconda della religione e istituendo corsi separati potrebbe anche generare effetti perversi e ghettizzanti; una “balcanizzazione” dell’ora di religione dunque.
L’insegnamento della storia di tutte le religioni sarebbe invece un grosso passo avanti nel favorire l’integrazione e nel promuovere la tolleranza. Si tratterebbe di un insegnamento ben diverso dalla cosiddetta “dottrina” e il cui obiettivo sarebbe appunto quello di studiare lo sviluppo storico e socio-culturale dei vari credi, dunque il fine sarebbe la conoscenza, la tolleranza e il rispetto di tutte le fedi, non il proselitismo spinto. E’ prevedibile che i vari establishment religiosi non saranno altrettanto d’accordo; dopotutto la religione è sempre stata un importante strumento per il controllo sociale, politico ed economico.
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